Il rapporto tra i movimenti gleno-omerali e scapolari durante l’abduzione e l’adduzione dell’arto nel piano scapolare sono stati studiati in venti soggetti normali e nove pazienti tetraplegici mediante analisi di roentgenogrammi ed elettromiogrammi avvolti con elettrogoniometro. Nei soggetti normali il rapporto tra movimento gleno-omerale e scapolo-toracico era 4,2 : 1 per la gamma 0-30 gradi e 1,7 : 1 per la gamma 30-150 gradi per l’abduzione, e 1,9 : 1 per la gamma 150-30 gradi e 1,7 : 1 per la gamma 30-0 gradi per l’adduzione. Confrontando i pazienti tetraplegici con i soggetti normali, è stato osservato un eccezionale spostamento mediale della scapola nella fase iniziale dell’abduzione, dell’elevazione e della rotazione verso l’alto della scapola, che erano limitate per tutta l’abduzione. Le distanze dello spostamento della scapola nei pazienti tetraplegici erano uguali a quelle dei soggetti normali nella fase finale dell’adduzione. Negli elettromiogrammi avvolti di soggetti normali, ogni attività dei sei muscoli campionati, aumentava o diminuiva gradualmente durante l’abduzione e l’adduzione in rapporti simili. La fibra superiore del trapezio ha dimostrato la massima attività durante l’abduzione e l’adduzione. Durante l’abduzione e l’adduzione, il sovraspinato ha mostrato modelli di onde ondulate e ha avuto il plateau a 80-140 gradi. L’attività del sovraspinato era superiore a quella del deltoideo statisticamente per la gamma 0-40 gradi per l’abduzione. In ogni paziente tetraplegico i modelli di attività muscolare durante l’abduzione e l’adduzione erano caratteristicamente particolari e non indicavano alcun risultato di relazione costante nei soggetti normali, indipendentemente dal livello funzionale.