Nella maggior parte dei casi di peritonite, un chirurgo rimuoverà immediatamente l’appendice e pulirà l’interno dell’addome per prevenire l’infezione.

I medici a volte cercano di trattare l’ascesso o la peritonite con antibiotici e drenaggio prima di condurre un’appendicectomia. Quando è presente un ascesso, c’è un più alto tasso di complicazioni con l’intervento chirurgico, quindi il medico può cercare di risolvere prima l’ascesso, se possibile. (3)

I trattamenti di solito comportano il drenaggio di qualsiasi pus dall’addome e la lotta contro l’infezione con forti antibiotici per diverse settimane. (7) Ma alcune ricerche suggeriscono che la rimozione immediata dell’appendice rotta comporta un recupero più rapido e meno complicazioni postoperatorie, in particolare nei bambini.

Una revisione della ricerca pubblicata nel giugno 2017 dal Cochrane Database ha confrontato l’appendicectomia precoce con quella ritardata nei casi di appendicite complicata. (8) Gli autori della revisione notano che non era chiaro se l’appendicectomia precoce previene le complicazioni rispetto all’appendicectomia ritardata in questo tipo di pazienti. Hanno concluso che sono necessari più dati e di migliore qualità – riguardanti la durata della degenza ospedaliera e la qualità della vita legata alla salute – per determinare quali benefici o danni ci potrebbero essere nell’appendicectomia precoce rispetto a quella ritardata.

La rottura dell’appendice può effettivamente portare alla morte in alcuni casi. Se non viene trattata, la peritonite può diffondersi rapidamente, con conseguente setticemia, o batteri nel sangue. Il tuo corpo rilascia sostanze chimiche nel flusso sanguigno per combattere questa infezione, innescando una risposta infiammatoria in tutto il corpo chiamata sepsi. Una cascata di reazioni seguirà, causando alla fine lo shock settico, che include una pressione sanguigna gravemente bassa e può infine portare a un’insufficienza d’organo multipla e, nel peggiore dei casi, alla morte.

Informazioni aggiuntive da parte di Deborah Shapiro.