Il primo grande movimento millenarista dopo le prime comunità cristiane fu il montanismo. Montanus, il suo fondatore, cercò di ripristinare l’entusiasmo del primo periodo della chiesa. Il movimento di Montano iniziò intorno al 172 d.C. Egli si aspettava che il Signore tornasse a Pepuza e Tymion, due piccole città dell’Asia Minore. La Nuova Gerusalemme sarebbe presto scesa sulla terra e il regno millenario di Cristo sarebbe iniziato. Montano incoraggiava i suoi seguaci a vivere in stretta ascesi per prepararsi a questa seconda venuta. La chiesa si rivoltò contro Montano perché il millenarismo non era centrale nella dottrina cristiana e perché la profezia estatica e l’interpretazione privata minavano la disciplina della chiesa.
Sant’Agostino d’Ippona (354-430) chiuse efficacemente la porta alla speculazione millenaria per secoli, scrivendo contro il tipo di interpretazione letterale delle Scritture che prometteva un paradiso fisico sulla terra. Ma all’inizio del Medioevo Gioacchino da Fiore (1130 o 1135-1201 o 1202) riaprì la porta a molti movimenti apocalittici e di rinnovamento, come i Francescani Spirituali e i Fraticelli. Gioacchino credeva che la sua epoca fosse in crisi e predicava che l’azione umana avrebbe contribuito a portare la chiesa alla fase finale della storia, l’epoca dello Spirito Santo.
In molti casi le speranze e le aspettative millenarie si intrecciarono con le aspirazioni politiche e sociali e risultarono in una miscela violenta, specialmente quando gli sforzi di riforma, bloccati dalle rigide autorità ecclesiastiche e secolari, divennero radicali ed estremi. Una tale situazione si verificò, per esempio, nel XV secolo in Boemia e Moravia, quando il movimento di riforma hussita, mescolato a incoerenti sentimenti nazionalistici e tensioni sociali, divenne la rivoluzione hussita, che a sua volta generò il radicale movimento millenario dei Taboriti. Usando immagini religiose e credenze millenarie, i Taboriti crearono una società millenaria di breve durata che combatté violentemente contro le forze inviate per schiacciarla.
Nella Germania del XVI secolo le riforme luterane innescarono un senso di liberazione ma anche di disorientamento tra i cambiamenti sociali e religiosi. Proprio come Martin Lutero usava immagini apocalittiche per ritrarre il papa come l’Anticristo, Thomas Müntzer ritrasse Lutero come la Bestia dell’Apocalisse, perché Lutero stava contrastando gli sforzi riformisti di Müntzer. Müntzer si impegnò nella rivoluzione sociale e religiosa, credendo che chiunque si opponesse a questo processo degli ultimi giorni dovesse essere annientato con la violenza. I gruppi anabattisti incanalarono le speranze di riforma negli sforzi per stabilire una nuova età dell’oro. Alcuni gruppi predicavano un’attesa non violenta dei tempi finali, mentre altri segmenti svilupparono un millenarismo fanatico mentre le autorità si opponevano a loro. A Münster gli anabattisti istituirono il nuovo Regno di Sion, che ebbe una fine violenta e sanguinosa nel 1535.
Alla fine del XVI secolo e all’inizio del XVII, le condizioni politiche e religiose in Inghilterra provocarono un’ondata di interesse ed eccitazione millenaristica. I puritani inglesi interpretarono sempre più le profezie bibliche sulle calamità e sulla Seconda Venuta come riferite a situazioni contemporanee. Uomini colti cercarono di decifrare dalle Scritture la data in cui la fine del mondo sarebbe potuta arrivare. I più radicali dei millenaristi inglesi erano conosciuti come gli Uomini della Quinta Monarchia (dalla visione raccontata nel Libro di Daniele, capitolo 7). All’inizio del diciottesimo secolo i Camisardi o “Profeti Francesi” francesi cercavano dal re cattolico un po’ di tolleranza per la loro cultura e pratiche protestanti. I Camisardi credevano che le loro sofferenze fossero parte del piano di Dio per la venuta del millennio. Profeti laici, tra cui molti bambini, tra manifestazioni fisiche di scosse e convulsioni, rivelarono che il Giorno del Giudizio si stava avvicinando, che il regno della Bestia dell’Apocalisse sarebbe presto finito.