A volte, possiamo trovarci in stagioni spirituali invernali, quando il gelo si posa sui nostri cuori e il nostro senso di gratitudine si blocca. In questi momenti, ho imparato che la gratitudine è un’abitudine da coltivare, un lavoro dell’anima che cerca Dio. Come per le altre virtù, non possiamo impiegare una tecnica meccanica per renderci grati. Ma possiamo imparare a dirigere la nostra attenzione su quelle cose che ci attirano a Dio in apprezzamento per chi è e per ciò che ha fatto.
A questo proposito, ecco alcune intuizioni che ho scoperto lungo il cammino:
Ringrazia come una disciplina santa indipendente dai sentimenti.
La vera gratitudine coinvolge il cuore oltre che le labbra. Ma a volte, quando il nostro cuore è freddo, le nostre parole possono essere scintille che accendono la nostra gratitudine. Ecco perché la Bibbia ci comanda ripetutamente di ringraziarLo (Sal. 136, Ef. 5:19-20, Col. 3:17).
Ringrazia per le cose piccole e ordinarie.
Con le benedizioni, come nelle relazioni, la familiarità spesso genera disprezzo. Dovremmo tenere a mente come il mondo sarebbe sembrato a quel lebbroso riconoscente che Gesù ha guarito. Sempre dopo quel miracolo, deve aver ringraziato per tutte le 20 dita delle mani e dei piedi, per il potere di correre e saltare di nuovo, per i sorrisi dei bambini che una volta si sarebbero nascosti con orrore.
Cercate le benedizioni nascoste.
Paolo disse ai Colossesi di essere “vigili e riconoscenti” (Col. 4:2). A volte dobbiamo stare attenti alle grazie che Dio dà sottilmente o indirettamente.
A volte ci lamentiamo che i doni che abbiamo sono diversi da quelli che avremmo scelto per noi. Per esempio, sentiamo le persone lamentarsi del loro aspetto fisico o di altre doti naturali, desiderando di essere più belli o più forti o più intelligenti. A volte non ci rendiamo conto che non tutti i doni che cerchiamo sarebbero a nostro vantaggio.
Ringraziate Dio soprattutto in mezzo alle avversità.
Dio non ci chiede di essere grati per i dispiaceri che ci capitano, ma vuole che dimostriamo fiducia nelle sue cure ringraziandolo nonostante essi. L’apostolo Paolo disse: “Rendete grazie in ogni circostanza”, non per tutte le circostanze (1 Tess. 5:18).
Trasferisci la tua attenzione dai tuoi problemi alle priorità di Dio nella tua vita.
Potremmo dover fare un passo indietro per vedere il quadro generale se vogliamo essere grati per ciò che Dio sta compiendo in noi.
Gesù rese grazie al Padre per il Suo ultimo pasto poche ore prima della morte orribile che sapeva lo attendeva (Matt. 26:26). Gesù era grato perché vedeva il quadro generale del piano di Dio – che “il Padre aveva messo tutte le cose sotto il suo potere, e che era venuto da Dio e stava tornando a Dio” (Gv. 13:3).
Dona la tua attenzione e cura a coloro le cui vite fanno risaltare le tue benedizioni particolari al confronto.
Ti sei lamentato di non poterti permettere un nuovo divano per il soggiorno? Vai a servire in una mensa per i senzatetto. Hai trovato difficile ringraziare Dio per il tuo capo? Parla qualche minuto con le persone in fila per la disoccupazione. Ti lamenti di piccoli dolori? Prega per qualcuno con una malattia terminale. La tua gratitudine verso Dio crescerà di sicuro.
Preferisci del tempo ogni giorno per esprimere gratitudine a Dio.
Nell’antico Israele, l’abitudine quotidiana di ringraziare era così importante per la vita della nazione che i Leviti erano ufficialmente incaricati di stare nel tempio ogni mattina e sera per ringraziare Dio (1 Cron. 23:30). In un contesto più privato e in una generazione successiva, troviamo Daniele che si inginocchia per ringraziare Dio tre volte al giorno (Dan. 6:10).
Tieni un registro della fedeltà di Dio nei tuoi confronti.
“Conta le tue benedizioni”, come dice la vecchia canzone. Provate ad elencarle in un diario regolare che rivedete periodicamente. Una famiglia che conosco tiene un “Libro dei ringraziamenti”, completo di foto, dedicato esclusivamente a registrare le risposte alle preghiere e altre benedizioni del Signore.
Mostra gratitudine verso gli altri e verso Dio.
Fa in modo di dire alla famiglia e agli amici quanto sei grato per la loro gentilezza. Fai scorta di biglietti di ringraziamento e usali generosamente, anche per piccoli favori. Più apprezzi le persone, più apprezzerai Colui che le ha messe nella tua vita.
Dona generosamente a chi ha bisogno.
Dare può essere un’espressione concreta di gratitudine a Dio e porta anche gli altri a ringraziarlo. Paolo disse ai Corinzi che tale generosità “non solo provvede alle necessità del popolo di Dio, ma trabocca anche in molte espressioni di ringraziamento a Dio” (2 Cor. 9:12).
Se coltiviamo la disciplina della gratitudine, possiamo superare la tentazione di voltare le spalle al Signore nell’auto-assorbimento. Invece, saremo sicuri di correre verso il Signore, cadere ai Suoi piedi, e sussurrare spesso le parole che Lui ama sentire: Grazie.
~ Di Paul Thigpen