Isaia 13:12

Isaia 13:12

Farò un uomo più prezioso dell’oro fino
Che può indicare sia la scarsità di uomini in Babilonia, a causa del massacro fatto di loro; così le cose che sono scarse e rare sono dette preziose, ( 1 Samuel 3:1) o la decisione dei Medi di non risparmiare nessuno, anche se fosse loro offerto molto oro, perché non volevano essere corrotti con esso, ( Isaia 13:17) o che tale fosse il timore degli uomini, che non sarebbero stati indotti a prendere le armi per difendere se stessi o il loro re, qualunque quantità d’oro, anche la migliore, fosse loro proposta, non si doveva ottenere un uomo per denaro: anche un uomo che il cuneo d’oro di Ophir;
che disegna la stessa cosa con parole diverse. Il Targum dà un altro senso al tutto, parafrasandolo così,

“Amerò quelli che mi temono più dell’oro, di cui gli uomini si gloriano; e quelli che osservano la legge più dell’oro fino di Ofir”;

intendendo gli Israeliti, che erano in Babilonia quando fu presa, e che erano preziosi e stimati dai Medi e dai Persiani, più dell’oro, e di cui risparmiarono la vita. Jarchi lo interpreta in particolare di Daniele, e dell’onore che gli fu fatto da Belshazzar, quando lesse e interpretò la scrittura sul muro, ( Daniele 5:29 ). Questo è interpretato dai Giudei anche del re Messia; poiché in una loro antica scrittura F7, dove è menzionato questo passo, si aggiunge: questo è il Messia, che salirà e sarà più prezioso di tutti i figli del mondo, e tutti i figli del mondo lo adoreranno e si inchineranno davanti a lui. Alcuni ritengono che “Phaz”, la parola per l’oro fino, sia il nome di un luogo da cui proviene, e quindi fu chiamato così; e che il regno di Phez, in Africa, abbia il suo nome da qui; e Ophir è ritenuto essere il Perù in America; sebbene altri lo collochino in India; e la versione araba lo rende, “un uomo sarà più prezioso di una piccola pietra che è” portata “dall’India”; e la versione dei Settanta è, “di una pietra in”, o “di zaffiro”. NOTE:
F7 Zohar in Gen. fol. 71, 1.