Ma lungo la strada, sono diventati una delle più polarizzanti giovani band in America, con molti critici che dicono che suonano troppo come i Led Zeppelin (“I poveri ragazzi di Frankenmuth, Michigan, non si rendono nemmeno conto di essere più un sogno febbrile algoritmico che una vera rock band”, si leggeva in una critica feroce su Pitchfork in ottobre). Robert Plant ha scherzato dicendo che la voce di Kiszka gli ricorda “qualcuno che conosco molto bene… sono i Led Zeppelin I” – che Kiszka dice di aver preso come un complimento. “È adorabile”, dice. “Non si può mettere che più Robert Plant di questo.”
Questo atteggiamento ha aiutato la band a spazzolare via i detrattori: Kiszka giura di non aver nemmeno letto la recensione di Pitchfork. “È un peccato che mettano quell’energia nel mondo, ma è una loro prerogativa, credo”, dice. “In definitiva, mi piace pensare che ci sia sostanza in quello che stiamo facendo”. Detto questo, pensa che sia ora che la gente smetta di fare il paragone con gli Zeppelin. “Ovviamente sentiamo la somiglianza”, dice. “È una delle nostre influenze. Ma a questo punto è come, ‘Ok, lo abbiamo riconosciuto. Andiamo avanti”.
Kiszka e i suoi compagni di band sono andati avanti iniziando a pensare al loro prossimo disco, anche se saranno impegnati in tour nell’immediato futuro. “Stiamo preparando le basi per il prossimo album”, dice. “Speriamo di far uscire un album quest’anno. Questa volta sentiamo meno pressione di quella che avevamo prima dell’ultimo. Non vediamo l’ora di esplorare un po’ di più l’universo dei Greta Van Fleet.”
Sono anche ansiosi che arrivi la notte dei Grammy, anche se Kiszka ha il riserbo sulla possibilità che si esibiscano allo show. “Si è parlato un po’”, dice, “ma è stato molto breve e non so davvero cosa succederà”. Le giovani band sono spesso in squadra con artisti più vecchi ai Grammy e se questo accade, Kiszka dice che il suo sogno è di suonare con Florence and the Machine o Chris Stapleton. “Ho anche sempre voluto suonare con Paul McCartney”, dice. “Avere la possibilità di suonare ‘Let It Be’ con lui un giorno sarebbe fantastico.”
Nel frattempo, però, la sua vita è una serie infinita di hotel, viaggi in autobus e camerini nel backstage. “Ci sono momenti in cui ti svegli letteralmente e non hai idea di dove sei”, dice. “Stiamo andando alla grande. Stiamo diventando forti. Essere una famiglia aiuta, specialmente nel modo in cui possiamo comunicare sul palco e in studio. E per ora, non sentiamo alcun senso di stanchezza. Siamo ansiosi di tornare in studio, esplorare ed essere creativi”.