Girondini (Rivoluzione francese)

Jacques Pierre Brissot

Durante la Rivoluzione francese del 1789, i Girondini erano politici repubblicani che sedevano nell’Assemblea legislativa e nella Convenzione nel 1792 e 1793. Il nome dato al loro gruppo politico era la Gironda perché i principali leader erano eletti nel dipartimento della Gironda.

Le figure più influenti erano Brissot, Vergniaud, Isnard. Madame Roland, che teneva un salone, svolgeva il ruolo di ispiratrice. I Girondini spinsero per la dichiarazione di guerra nell’aprile 1792. La politica di espansione territoriale che favorirono dopo la vittoria di Valmy provocò l’ostilità di tutti i sovrani europei. Le misure militari adottate per far fronte all’invasione del territorio hanno scatenato la rivolta della Vandea. I girondini, sostenitori della libertà politica ed economica, rifiutarono di prendere le misure energiche che avrebbero permesso loro di avere l’appoggio dei sans-culottes per sconfiggere i nemici della repubblica. La loro ostilità verso i leader Montagnard è violenta. I deputati girondini furono eliminati dalla Convenzione dopo le giornate insurrezionali del 31 maggio e del 2 giugno 1793.

I girondini spingono alla guerra

Eletti all’assemblea legislativa nell’estate del 1791, i deputati girondini fecero il loro apprendistato politico nelle nuove amministrazioni comunali e dipartimentali. Provenienti dalla classe media, sono stati reclutati tra giornalisti, scrittori di racconti, avvocati e professori. Il sistema di voto censitario al quale devono la loro elezione li rende i rappresentanti politici della grande borghesia imprenditoriale, in particolare quella dei porti come Bordeaux, Nantes e Marsiglia. Pur essendo sostenitori della libertà politica difendono la libertà economica e la proprietà privata.

Madame Roland

I Girondini sono sostenitori della guerra contro i nemici della Rivoluzione. Vogliono che i governanti stranieri sopprimano i preti francesi e i nobili francesi emigrati che si sono rifugiati nei loro stati per preparare l’intervento contro la Francia. I Girondini credono che la guerra schiaccerà anche i nemici interni della Rivoluzione. Nemici la cui azione mantiene un clima sfavorevole al buon andamento degli affari. La guerra dovrebbe anche permettere agli industriali, ai banchieri e ai commercianti di realizzare notevoli profitti grazie alla fornitura di materiale all’esercito francese. Infine sperano che la guerra costringa il re Luigi XVI a scegliere da che parte stare e a smascherarsi.

Curiosamente anche il re è a favore della guerra. Vuole che l’esercito francese sia sconfitto e che i vincitori, i sovrani stranieri, ripristinino l’assolutismo in Francia. Nel marzo 1792, il re nominò un nuovo ministero dominato dai Girondini. Il 20 aprile 1792 la Francia dichiarò guerra all’Austria, alla quale la Prussia si unì presto.

L’esercito francese non riuscì a impedire l’invasione del territorio. I disordini crescono nel paese. In maggio, per farvi fronte, i girondini decidono di cacciare i preti refrattari, privano il re della sua guardia e convocano a Parigi 20.000 guardie nazionali. Il re si oppose e il 13 giugno licenziò i ministri girondini. La giornata insurrezionale parigina del 20 giugno non riuscì a fargli cambiare idea. I girondini infuriarono contro il re e fecero proclamare la “Patrie en danger” (11 luglio), ma allo stesso tempo cercarono di negoziare con il re per tornare al potere. L’insurrezione parigina del 10 agosto 1792 rovinò le loro speranze. Il re fu sospeso dalla carica e una nuova assemblea, da eleggere a suffragio universale, fu convocata per metà settembre. Apparve la Comune di Parigi, un governo insurrezionale dominato dai montagnardi. I girondini si oppongono immediatamente.

I girondini si oppongono ai montagnardi

Pierre Vergniaud

Il 20 settembre l’esercito francese è vittorioso sugli austro-prussiani a Valmy. Lo stesso giorno, la nuova assemblea, la Convenzione si è riunita a Parigi. Grazie all’appoggio dei deputati centristi, i Girondini la guidano. Per lo più eletti dai repubblicani delle province, non vogliono che siano i parigini a dettare la politica della Francia. Poi attaccarono i leader montagnardi, tutti eletti a Parigi: Marat e Robespierre furono accusati senza successo di dittatura e Danton fu accusato di aver sottratto parte dei fondi del Ministero della Giustizia. Montagnardi e girondini erano ormai avversari.

Fino all’11 dicembre, i girondini cercarono di ritardare il processo del re davanti alla Convenzione. Poi hanno preteso che il popolo fosse consultato sull’organizzazione di un tale processo. Infine, la maggior parte di loro ha votato contro l’esecuzione di Luigi XVI. Su ogni punto sono stati chiaramente messi in minoranza nella Convenzione. Dopo la vittoria di Valmy, la Convenzione, su proposta dei Girondini, decide di concedere la protezione e l’assistenza della Francia a tutti i popoli oppressi dai loro sovrani. In Belgio, nella riva sinistra tedesca del Reno, in Savoia, a Nizza conquistata dagli eserciti francesi, la Convenzione impone misure destinate a finanziare la guerra, misure che sono male accolte dalle popolazioni. Poi, nel marzo 1793, la Francia ha annesso questi territori. I sovrani europei si unirono allora contro la Francia rivoluzionaria. All’inizio della primavera del 1793, gli eserciti francesi dovettero abbandonare le loro conquiste e la Francia fu nuovamente invasa. La decisione della Convenzione di “raccogliere” 300.000 uomini portò ad una rivolta dei contadini della Vandea. La guerra civile è stata aggiunta alla guerra estera. Nel marzo e nell’aprile 1793, contro il parere dei girondini e sotto la pressione dei montagnardi, la Convenzione votò delle misure eccezionali: riorganizzazione del tribunale rivoluzionario, creazione di comitati di sorveglianza e del comitato di pubblica sicurezza, cambio forzato del denaro, prezzi massimi sul grano, prestito forzato di un miliardo ai ricchi. Queste misure dovevano mobilitare i sans-culottes per difendere la Repubblica minacciata.

La caduta dei girondini

All’inizio di aprile 1793, il generale Dumouriez, un girondino, comandante dell’esercito del Nord tradì e passò al nemico. Nei dipartimenti le amministrazioni spesso in mano a simpatizzanti girondini si oppongono alle decisioni della Convenzione. I Montagnardi decidono allora di sbarazzarsi dei Girondini coinvolgendo i Sans-Culottes parigini. Le giornate insurrezionali del 31 maggio e del 2 giugno portano all’arresto di 29 deputati, leader dei Girondini, per decisione della Convenzione. Saranno giustiziati. I girondini non arrestati solleveranno contro la Convenzione i dipartimenti dove sono influenti: questa è la rivolta federalista.

Per maggiori informazioni Per maggiori informazioni, leggere l’articolo: Giorno del 31 maggio 1793.
Per maggiori informazioni Per maggiori informazioni, leggere l’articolo: Giorno del 2 giugno 1793.

Vedi anche

Vikilien

  • Arresto dei Girondini alla Convenzione Nazionale del 2 giugno 1793