Realizzazione di portali dimensionaliModifica
Nell’universo di Star Trek, la teoria dei wormhole afferma che se una sezione del tessuto dello spaziotempo si unisce ad un’altra sezione dello spaziotempo, si può creare una connessione diretta tra le due, permettendo un viaggio veloce tra le due coordinate dello spaziotempo (normalmente non correlate). I buchi neri sono uno di questi modi di allungare il tessuto dello spaziotempo; quindi è teoricamente possibile creare wormholes usando una coppia di singolarità, almeno nell’universo immaginario di Star Trek. Il sito web della NASA ha un articolo un po’ datato chiamato “The Science of Star Trek”, del fisico David Allen Batchelor (5 maggio 2009), che considera alcune delle implementazioni in Star Trek. Dice che è “l’unica serie di fantascienza realizzata con tale rispetto per la scienza reale e la scrittura intelligente”, con un po’ di “scienza immaginaria” mescolata; e ritiene che sia “l’unica serie di fantascienza che molti scienziati guardano regolarmente”, come lui. Dice che è “più fedele alla scienza di qualsiasi altra serie di fantascienza mai trasmessa in televisione”.
In film e spettacoli televisiviEdit
- Akira
- Rick Sanchez
In letteraturaEdit
La macchina del tempo (H. G. Wells)Edit
La macchina del tempo di H. G. Wells descrive i viaggiatori del tempo come capaci di interdimensionalità.
Il protagonista descrive il passare del tempo, e lo tratta anche come se fosse una dimensione spaziale. Questo è esattamente il modo in cui H. G. Wells concepisce il meccanismo della macchina del tempo in questa particolare opera di fiction. H. G. Wells suppone che se il tempo potesse essere trattato semplicemente come lo spazio, allora le macchine del tempo funzionerebbero correttamente. In questo caso, la definizione di H. G. Wells di viaggiatore del tempo deve essere equivalente a quella di un essere interdimensionale – un’entità capace di viaggiare attraverso insolite fessure dimensionali in cui poche altre entità possono entrare.
Dall’opera di H. G. Wells: ‘Chiaramente’, proseguiva il viaggiatore del tempo, ‘ogni corpo reale deve avere estensione in quattro direzioni: deve avere lunghezza, larghezza, spessore e durata. Ma per una naturale infermità della carne, che vi spiegherò tra un momento, tendiamo a trascurare questo fatto. Ci sono veramente quattro dimensioni, tre che chiamiamo i tre piani dello Spazio, e una quarta, il Tempo. C’è, tuttavia, una tendenza a fare una distinzione irreale tra le prime tre dimensioni e la seconda, perché succede che la nostra coscienza si muove a intermittenza in una direzione lungo quest’ultima dall’inizio alla fine della nostra vita.
La Guida galattica per gli autostoppisti (Douglas Adams)Edit
La Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams descrive che i topi sono “semplicemente la protrusione nella nostra dimensione di vasti esseri pan-dimensionali iper-intelligenti”. Il vecchio Slartibartfast di Magrathea dice al protagonista, Arthur, che il pianeta su cui viveva, la Terra, “è stato commissionato, pagato e gestito dai topi” e che i topi erano furiosi quando è stato distrutto.
FlatlandEdit
Flatland di Edwin Abbott Abbott descrive le interazioni di un quadrato bidimensionale con un essere interdimensionale da un coesistente spaziotempo tridimensionale.