Sfondo: Le definizioni di consenso internazionale per la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) hanno costituito la base per il reclutamento in studi randomizzati e controllati e, più recentemente, hanno standardizzato i protocolli per il trattamento ventilatorio delle lesioni polmonari acute. Anche se forse appropriato per l’ARDS indotta da sepsi, questi criteri potrebbero non essere appropriati per l’ARDS post-traumatica se i modelli di malattia sono ampiamente divergenti. Questo studio verifica l’ipotesi che i criteri standard dell’ARDS applicati alla popolazione traumatica catturino forme molto diverse di danno polmonare acuto e siano troppo aspecifici per identificare una popolazione a rischio di insufficienza respiratoria prolungata e di complicazioni associate.
Metodi: I pazienti con e Injury Severity Score > o = 16 ventilati per > 12 ore sono stati arruolati prospetticamente. I dati clinici, compresi gli elementi della funzione cardiovascolare, renale, epatica, ematologica, neurologica e polmonare, sono stati raccolti quotidianamente. Duecentocinquantaquattro pazienti sono stati arruolati in un periodo di 36 mesi, di cui 70 hanno soddisfatto le definizioni di consenso dell’ARDS. Sono stati esclusi i pazienti a cui è stato tolto il supporto entro 48 ore. I rimanenti 61 pazienti sono stati stratificati in due gruppi sulla base dei giorni di intubazione (n = 12).
Risultati: C’era una notevole disparità nella gravità e nel decorso clinico. Una forma lieve e limitata di ARDS è stata caratterizzata da un esordio più precoce (gruppo 1, 2 giorni; gruppo 2, 4 giorni; p = 0.002), meno giorni di intubazione (7 giorni contro 28 giorni; p < 0.001), e meno gravi alterazioni della meccanica polmonare. Una differenza significativa tra i due gruppi è stata vista anche nel punteggio della sindrome di risposta infiammatoria sistemica, l’incidenza della sepsi e l’incidenza di insufficienza d’organo multipla.
Conclusione: I criteri per l’ARDS, quando applicati alla popolazione traumatica, catturano un gruppo molto eterogeneo e hanno una scarsa specificità per identificare i pazienti a rischio. Il reclutamento di pazienti traumatizzati per studi sull’ARDS o la gestione ventilatoria preventiva basata esclusivamente su questi criteri può essere sconsigliato.